Identificazione veicoli

L’azione congiunta dell'Agenzia delle dogane e dei Monopoli di Brescia e Polizia Locale nel contrasto al fenomeno dell’introduzione illegale di auto extra U.E. ha determinato negli ultimi anni la riduzione di un fenomeno particolarmente diffuso nel territorio bresciano. La circolazione illecita nel territorio nazionale di autoveicoli immatricolati in Paesi extra U.E. determina un rilevante danno economico per la comunità (evasione di IVA, dazi comunitari e imposte locali), oltre che minare la sicurezza e la salute dei cittadini. Gli autoveicoli introdotti illegalmente sono, infatti, spesso privi della copertura assicurativa obbligatoria per la responsabilità civile e non sono sottoposti a revisione secondo le norme europee vigenti in materia, con conseguenti ripercussioni, in caso di sinistri, a danno dei cittadini e dell’Erario. Nel solo anno 2020 su 13 autovetture oggetto di controllo, per 6 è stata disposta la confisca e dal 2012 al 2020 sono state sequestrate 163 auto, di cui 127 confiscate. Ammontano a 358.166 € i diritti di confine recuperati e a 716.332 € le sanzioni applicate.

LA CONVENZIONE DI VIENNA

Le Parti contraenti sono tenute ad ammettere in circolazione internazionale sul loro territorio i ciclomotori che soddisfano le condizioni tecniche definite al Capitolo V della presente Convenzione ed il cui conducente ha la propria residenza abituale sul territorio di un’altra Parte contraente. Nessuna Parte contraente potrà esigere che i conducenti di ciclomotori in circolazione internazionale siano titolari di un permesso di guida (per i conducentI residenti in uno Stato appartenente all’U.E. occorre la patente AM).

L’articolo 132 del C.d.S. non è applicabile ai ciclomotori esteri.

CAPITOLO V

I ciclomotori in circolazione internazionale debbono: 1) avere due freni indipendenti; 2) essere muniti di un campanello, o di un altro avvisatore acustico, capace di essere udito a distanza sufficiente; 3) essere muniti di un efficace dispositivo di scappamento silenzioso; 4) essere muniti di dispositivi che consentano di mostrare una luce bianca o giallo-selettivo verso l’avanti, nonché una luce rossa ed un dispositivo rifrangente rosso verso il dietro; 5) recare il marchio d’identificazione definito all’allegato 4 della presente Convenzione (V.I.N.).

Se non viene rispettato quanto sopra indicato, il ciclomotore è soggetto alle disposizioni di cui all'articolo 97 del C.d.S. e, quindi, deve avere il certificato di circolazione e la targa rilasciati dall'UMC italiano.

Nell’interesse della sicurezza stradale è importante garantire che i veicoli in circolazione siano sottoposti alle opportune operazioni di manutenzione e controllo, in modo che le loro prestazioni nel traffico restino sicure quando circolano all’interno dell’Unione Europea.

I veicoli immatricolati in uno Stato estero che circolano sul territorio italiano devono essere stati sottoposti al controllo tecnico nei termini prescritti dai rispettivi Stati d’immatricolazione. L’articolo 39 della Convenzione di Vienna del 1968 stabilisce che: “Ogni autoveicolo, ogni rimorchio e ogni complesso di veicoli in circolazione internazionale debbono soddisfare alle disposizioni dell’allegato 5 della stessa Convenzione. Essi debbono inoltre, essere in buono stato di marcia.”

In merito ai tempi di scadenza delle revisioni periodiche dei veicoli suddetti, occorre fare riferimento alla normativa dello Stato d’immatricolazione, come previsto nel primo paragrafo dell’articolo 5 della Convenzione di Vienna che recita: “Tutti i veicoli in circolazione internazionale devono rispondere alla prescrizioni tecniche in vigore nel loro Paese d’immatricolazione al momento della loro prima messa in strada.”

La Direttiva 2014/45/UE (03 aprile 2014) del Parlamento Europeo e del Consiglio stabilisce che: "Ogni Stato membro riconosce l’attestato (della prescritta revisione) rilasciato da un altro Stato membro comprovante che un veicolo a motore immatricolato in quest’ultimo Stato, nonché il suo rimorchio o semirimorchio, sono stati sottoposti con esito positivo a un controllo tecnico che sia conforme almeno alle disposizioni della sopra indicata direttiva, come se avesse esso stesso rilasciato detto attestato."

Si precisa che non sono riconosciute le revisioni eseguite su veicoli immatricolati in Italia effettuate all’estero (Circolare D.T.T. del 02/08/2001 – Prot. n. 1688/M366) e che non sono riconosciute dagli altri Paesi le revisioni effettuate in Italia di propri veicoli.

In base alla circolare 108/92 del 25 giugno 1992, è fatta salva la procedura di revisione in Italia (riservata esclusivamente agli uffici periferici del Dipartimento dei trasporti terrestri) di veicoli immatricolati nella Confederazione Elvetica.

Ricordiamo che i conducenti di veicoli immatricolati in uno Stato estero, sono tenuti all'osservanza delle disposizioni e norme di comportamento stabilite nel Codice della Strada (D. Lgs. n. 285/1992).

In conclusione, anche per rispondere ad alcuni colleghi, l'articolo 80 del Codice della Strada è applicabile anche ai veicoli immatricolati all'estero che circolano sul territorio nazionale senza la prescritta revisione periodica.

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Austria

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